Italia bassa natalità : come migliorare

Sicuramente hai letto del problema Italia bassa natalità ?Nessuno pensa alla famiglia. Il primo rapporto Ocse sul benessere familiare mette in evidenza tutti i ritardi italiani.  Si osservano ritardi in fatto di occupazione femminile, tasso di fertilità e tasso di povertà infantile. Non stupisce, vista la cronica assenza di servizi per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano. Ebbene si il problema Italia bassa natalità é un problema reale.

Italia bassa natalità : situazione europea

Ma i rilievi dell’Ocse non sono certo una novità. Il problema è che mentre nel Nord Europa da trent’anni si investe in serie politiche della famiglia, in Italia nessuno sembra preoccuparsi di questi gravi problemi. È stato diffuso il 27 aprile 2011 il primo rapporto Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sul benessere familiare, Doing Better for Families dedicato alle politiche per la famiglia. Il rapporto mostra come l’Italia sia ben al di sotto della media Ocse rispetto a tre aspetti cruciali: occupazione femminile, tasso di fertilità e tasso di povertà infantile.

ITALIA BASSA NATALITA: DONNE E LAVORO

L’occupazione femminile nell’area Ocse è aumentata di oltre 10 punti negli ultimi quindici anni, arrivando a quasi il 60 per cento nel 2009. In Italia il tasso di occupazione femminile è pari al 48 per cento.  I maggiori problemi per le donne italiane nascono, ancora, dalla difficoltà a conciliare lavoro e famiglia. Una difficoltà che mette le donne di fronte alla scelta tra avere un lavoro e avere dei figli. Il risultato è che sia il tasso di occupazione femminile sia il tasso di natalità continuano a rimanere bassi. Da ormai un decennio i tassi di fecondità in Italia si sono assestati intorno a 1,4 figli per donna. In attesa di una condizione lavorativa più stabile, i giovani pospongono sempre di più l’età del primo figlio. Così la probabilità di non avere figli o di averne uno solo aumenta.

ITALIA BASSA NATALITA: POVERTA’ INFANTILE

Altro nodo cruciale è la povertà infantile, il cui tasso, in Italia, si attesta al 15 per cento. La percentuale sale però al 22 per cento quando solo uno dei due genitori ha un lavoro. Il lavoro delle madri è un importante strumento di protezione dei figli dal rischio di povertà. Nei paesi dove le madri lavorano di più, i figli sono meno poveri. L’Italia è uno dei paesi con più alti tassi di povertà e più bassi tassi di partecipazione. L’occupazione delle madri, contribuisce a sostenere i redditi delle famiglie con figli. E non sembra avere un effetto negativo sui risultati scolastici dei figli.

ITALIA BASSA NATALITA. FAMIGLIE ABBANDONATE DALLA POLITICA

Nel nostro paese, si spende solo circa l’1,4 % del Pil per le famiglie con bambini. La media dei paesi Ocse é del 2,2%. Solo il 12% dei bambini al di sotto dei tre anni usufruiscono dei servizi pubblici all’infanzia. Il numero degli asili aziendali è tutt’oggi molto ridotto. Una volta a scuola, solo il 6% dei bambini tra i sei e gli undici anni è iscritto a servizi di pre e dopo scuola, per i finanziamenti ridotti. La flessibilità degli orari di lavoro svolge ancora un ruolo limitato nell’aiutare i genitori a conciliare lavoro e famiglia. Meno del 50% delle imprese con 10 o più dipendenti offre flessibilità ai propri dipendenti e il 60% dei lavoratori dipendenti non è libero di variare l’orario di lavoro. La situazione è decisamente peggiorata con i tagli alla scuola, che ha ridotto l’occupazione femminile e gli orari scolastici.

ITALIA BASSA NATALITA. SERVIZI ALLA FAMIGLIA

Con uno scarso accesso a servizi di pre e dopo scuola, per i genitori è complicato avere un lavoro a tempo pieno. L’alternativa è spesso un lavoro part-time. L’opzione del part time é scelta dal 31 per cento delle donne in Italia, ma solo dal 7 per cento degli uomini. Così, le donne finiscono per dedicare al lavoro non retribuito molto più tempo degli uomini. Il lavoro domestico conta in media, più di cinque ore al giorno le donne e meno di due ore al giorno gli uomini. Si tratta della più ampia disparità di genere nei Paesi Ocse dopo Messico, Turchia e Portogallo.

ITALIA BASSA NATALITA . RACCOMANDAZIONI DELL’OCSE

L’Ocse, alla fine del rapporto, propone una serie di raccomandazioni ai governi dei paesi membri. Aiutare le famiglie a conciliare impegni di lavoro e di cura della casa e dei figli attraverso un sistema integrato di congedo, cura e sostegno sul posto di lavoro . Progettare sistemi di congedo parentale anche per i padri ad accrescere il loro impegno nella custodia dei bambini. Iniziare a investire nelle politiche per la famiglia. Sostenere le famiglie povere con interventi progettati in modo da mantenere gli incentivi al lavoro.

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